Io e Anastasia, Uma Gusmirovic ospite dei Presidi
Si tinge, ancora una volta, di rosa il salotto letterario de “I Presidi del libro”. La dinamica realtà associativa ha ospitato, lo scorso 13 aprile presso il Chiostro delle Clarisse, l’autrice montenegrina Uma Gusmirovic. Dal ’98 trapiantata in Italia, Uma racconta la sua storia di migrazione, sfruttando l’alter ego di Katarina, protagonista del testo “Io e Anastasia”.
In realtà, come precisato dall’autrice e buona prerogativa di ogni scrittore che si rispetti, tutti i personaggi conservano tratti distintivi che sembrano rimandare, in un certo qual modo, alla personalità di chi li ha plasmati. “Tracce di me sono presenti anche in Anastasia - ha dichiarato l’autrice - la vera rivelazione del racconto, il personaggio che dà alla nostra Katarina occhi nuovi per osservare il mondo e affrancarsi dalla condizione di prigionia che gravava sul suo amore malato”. La conversazione intrattenuta con Stefano Verdiani e Maura Carrelli, rispettivamente presidente e membro del presidio locale nonchè giornalista, ha permesso a Uma di dispiegare la complessità semantica della trama e individuarne i capisaldi. La guerra, l’emigrazione, l’amore, l’integrazione e l’amicizia sono soltanto alcune delle tematiche sviscerate nel corso della serata. In particolare, l’autrice ha posto l’accento sulle problematiche correlate all’inclusione sociale: “L’Italia mi ha accolta a braccia aperte, ma è stato difficile adattarmi a usi e costumi così diversi da quelli a cui ero abituata”. Il processo di integrazione di Katarina nel romanzo è favorito dalla sua professione di cassiera presso un supermarket. In questo contesto, si approccia al mondo e alla sua caratteristica varietà con naturalezza e inusitata curiosità.
“Credo nelle amicizie al femminile, qui in Italia posso dire di averne trovate di sincere e genuine. Oscar, invece, rappresenta una seconda possibilità, quella che la vita riserva a tutti e nei momenti in cui si crede di aver toccato il fondo”. Il secondo personaggio maschile, è, infatti, uno dei più interessanti nell’economia del testo ed apre alla protagonista nuovi spiragli di speranza e di aspettativa nel futuro e nell’amore. Sul finale, la scrittrice si è resa ben disponibile a rispondere alle domande dei presenti.